La biopsia liquida (LB) è una tecnica che utilizza i biomarker circolanti di pazienti oncologici per fornire informazioni sul panorama genetico del cancro. LB sta emergendo come uno strumento diagnostico e prognostico alternativo e complementare alla biopsia chirurgica e dovrebbe fornire lo strumento per l’implementazione dell’oncologia di precisione in contesti clinici. Infatti, può contribuire a migliorare la comprensione dell’eterogeneità del tumore e consentire il monitoraggio dinamico delle risposte al trattamento e delle variazioni genomiche. Pertanto, LB è un metodo promettente per la gestione del cancro.
Stato del brevetto
DEPOSITATO
Numero di priorità
102021000023900
Data di priorità
16/09/2021
Licenza
INTERNAZIONALE
Mercato
In Italia, nel 2020, sono stati diagnosticati circa 377.000 nuovi casi di tumore maligno che saranno causa di morte per 183.000 persone (AIOM, i numeri del cancro in Italia, 2020). A cinque anni dalla diagnosi di tumore è ancora in vita il 60% degli uomini e il 65% delle donne (Tumori in Italia, AIRC 2021). Una conquista importante ma non sufficiente a soddisfare i nostri obiettivi infatti, passati 5 anni, il 35% delle donne e il 40% degli uomini non superano la malattia.
La prima causa di morte nei pazienti oncologici è rappresentata dalla diffusione metastatica del tumore a partire dal sito primario. Comprendere i meccanismi che portano la cellula tumorale primitiva a trasformarsi in una cellula tumorale a capacità metastatica è fondamentale affinché si possa bloccare il processo di invasione tumorale e la formazione delle metastasi a distanza. La biopsia liquida ci consentirà di migliorare questi risultati in tutta la popolazione mondiale.
Problema
Le decisioni relative alla terapia del cancro sono spesso effettuate in base al profilo istopatologico-molecolare del tessuto tumorale (esame istologico) ottenuto dalla chirurgia o dalla biopsia. È stato dimostrato che i profili tumorali cambiano con il tempo e il trattamento e che il tessuto tumorale è eterogeneo. Pertanto, sono necessari altri approcci che siano facilmente accessibili e meno invasivi rispetto alla chirurgia o alla biopsia per monitorare le risposte al trattamento e prevedere le ricadute. Negli ultimi anni, il termine “biopsia liquida” (LB) è stato introdotto per rappresentare biomarker circolanti multifunzionali nel sangue periferico di pazienti con cancro. Con un semplice prelievo di sangue, anche ripetibile nel tempo, potremmo essere in grado di conoscere:
- la risposta a diversi regimi di trattamento e fornire una stima del rischio di progressione;
- se un paziente ha una malattia residua minima dopo aver completato la cura primaria;
- acquisizione di mutazioni che conferiscono sensibilità/resistenza alle terapie;
- infine, la biopsia liquida può essere un’alternativa alla biopsia tissutale nei pazienti in cui la biopsia tissutale è controindicata.
Limiti attuali tecnologie / Soluzioni
Nessuna tecnologia, compresa l’imaging ad alta risoluzione (TC, PET, RMN), ci consente oggi di individuare la malattia minima residua.
La biopsia liquida apre questa finestra diagnostica con una anticipazione di circa 10 mesi sulle attuali tecnologie. Spesso nei referti radiologici di questi esami strumentali viene sottolineato che non si possono evidenziare lesioni al di sotto dei 5 mm.
Killer Application
La via innovativa dell’Oncologia oggi è rappresentata dall’implementazione del profilo genetico del tumore sia a livello del tessuto neoplastico ma, soprattutto, nel torrente circolatorio dove si possono catturare le Cellule Tumorali Circolanti distaccatesi dal tumore primitivo, il cfcDNA (DNA libero da cellule) e il ctcDNA (DNA delle Cellule Tumorali Circolanti)spesso con caratteristiche diverse dal tessuto tumorale.
La prima causa di morte nei pazienti oncologici è rappresentata dalla diffusione metastatica del tumore a partire dal sito primario. La presenza di malattia minima residua in pazienti oncologici, già trattati chirurgicamente o farmacologicamente, è la causa dell’insorgenza di recidive, che rappresentano circa il 30% dei pazienti oncologici. La nostra applicazione ci consente di definire, con precisione, quantità e caratteristiche molecolari della malattia minima residua dopo trattamento primario. Il cancro è una delle tre principali cause di morte al mondo. Anche dopo il successo della terapia ed il raggiungimento della remissione, il rischio di ricaduta spesso rimane.
Tecnologia e nostra soluzione
Le principali caratteristiche della nostra Biopsia Liquida sono la completezza, risultati obiettivi, apertura al futuro:
- il nostro test è completo: vengono analizzati contemporaneamente CTC, cfDNA e ctDNA. La maggior parte degli studi presenti in letteratura analizzano uno solo di questi tre elementi;
- il conteggio delle CTC è oggettivo grazie all’uso di strumentazione Cytation Imaging Reader (BioTek, Canada): la soggettività del conteggio cellulare è ancora oggi motivo di discussione sulla obiettività dei risultati;
- la doppia possibilità di coltivazione cellulare (finito l’isolamento prima dell’enumerazione e/o l’uso intraoperatorio di un dispositivo micro fluidico basato sulla filtrazione con filtro metallico 3D per l’arricchimento delle cellule rare (Optnics Precision Co., Ltd. Tochigi, Giappone) ci apre alla possibilità di poter saggiare la sensibilità di farmaci vecchi, nuovi o usati per altre indicazioni: terapia personalizzata;
- minor tossicità e minor spesa per il SSN: il follow up dei pazienti oncologici è caratterizzato da esami spesso inutili e dannosi Pet,Tac, radifarmaci, …;
- minor spesa rispetto alle biopsie liquide presenti in commercio che, tra l’altro, sono quasi tutte basate sulla sola determinazione del cell free DNA (1.000 vs 4000 euro).
Vantaggi
Un banale prelievo di sangue consentirà pertanto di analizzare i prodotti che il tumore riversa nel sangue (come avviene in gravidanza per il feto). BIOPSIA LIQUIDA quindi con l’eventuale acquisizione di nuovi concetti: Malattia Minima Residua – Anticipazione Diagnostica – Sensibilità / Resistenza ai farmaci. In questo modo ci sarà, a disposizione della popolazione, questa nuova arma diagnostica che consentirà, dopo un trattamento primario (chirurgia e/o chemioterapia) di capire se residua nell’organismo una Malattia Minima Residua: “Quantità estremamente ridotte di DNA tumorale prima che la recidiva del cancro possa essere osservata dai tradizionali strumenti di imaging come la TAC, la RMN o la PET (Anticipazione Diagnostica), con la Letteratura Internazionale che indica un tempo medio di 10 mesi. Se non trattata la malattia minima residua potrà causare causerà la recidiva neoplastica. Inoltre, a seconda delle mutazioni identificate dal sequenziamento del DNA tumorale è possibile conoscere Resistenza a farmaci (terapia ormonale in caso di amplificazione gene FGFR3) o maggiore Sensibilità del tumore a nuovi farmaci (Alpelisib se amplificato gene PIC3CA)”.
TRL
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