L’invenzione si riferisce all’uso di composti di struttura benzo[a]carbazolica di formula (I) nella prevenzione e/o nel trattamento di malattie infettive causate da organismi patogeni. I composti agiscono direttamente sulle cellule infettate del paziente. Secondo l’invenzione, questi composti non presentano attività antibatterica diretta quando testati sulle colture batteriche. Non agiscono sull’agente infettante, bensì sulle cellule infettate dell’ospite e per questo non dovrebbero produrre quegli effetti di resistenza al trattamento tipici di varie classi di agenti antibatterici, antivirali, antifungini ed antiprotozoari.

Stato del brevetto

CONCESSO

Numero di priorità

102021000020582

Data di priorità

07/09/2017

Licenza

ITALIA

Mercato

La recente crisi pandemica dovuta al SARS-CoV 2 ha messo in evidenza il bisogno di nuovi trattamenti terapeutici. Più in generale, nella terapia antinfettiva problemi dovuti alla selezione, mutazione e resistenza sono noti da tempo. Per questo motivo, c’è un continuo bisogno di studiare e sviluppare nuovi farmaci o vaccini capaci di superare questi problemi ed essere utili in caso di situazioni epidemiche o pandemiche. Attualmente i farmaci antinfettivi rappresentano un mercato molto ampio di 1,350,961 milioni di dollari nel 2022 con un aumento previsto fino a 1,640,196 milioni di dollari nel 2028. Questo aumento di mercato nei prossimi 5 anni rappresenta un interessante CAGR (Compounded Average Growth Rate) di circa il 3,5%, dove i maggiori produttori saranno Merck, GSK, Gilead, Novartis e Pfitzer (elencati in ordine casuale).

Problema

Considerando i soli batteri, questi agenti infettivi causano milioni di vittime ogni anno e il diffondersi della multi-resistenza agli antibiotici è riconosciuto come un problema sanitario globale ed una sfida sociale. C’è un bisogno urgente di sviluppare nuovi antibiotici con nuovi meccanismi d’azione e strategie innovative per combattere efficacemente le infezioni batteriche. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stilato una lista prioritaria dei patogeni per i quali sono urgentemente necessari nuovi antibiotici. e.g. Streptococcus di gruppo A, Pseudomonas aeruginosa, Cholera and Mycobacterium tuberculosis, sono elencati nella lista dell’OMS come i patogeni più pericolosi per i quali c’è urgente bisogno di trovare nuovi antibiotici.
Osservando più in generale il problema delle infezioni, l’OMS segnala un rischio per la salute pubblica in vari Paesi del mondo in aggiunta al ben noto SARS Corona virus in continua mutazione, legato a virus come Marburg, Nipah, Ebola, Avian influenza A(H5), Poliovirus type2, Yellow fever, Dengue e altri dovuti a protozoi come la Malaria.
Tutti questi patogeni epidemici necessitano di nuovi trattamenti terapeutici con nuovi farmaci e se possibile con nuovi vaccini. I costi complessivi per la salute pubblica mondiale sono aumentati esponenzialmente e sono divenuti quasi insostenibili. Quindi trovare nuove classi di agenti antinfettivi, con nuovi meccanismi d’azione, che possano curare le infezioni riducendo il rischio associato all’insorgenza di mutazioni e del fenomeno della resistenza è diventato essenziale e strategico. Questo anche per rendere le spese sanitarie sostenibili e permettere il trattamento in sicurezza della popolazione in caso di situazioni epidemiche e/o pandemiche.

Limiti attuali tecnologie / Soluzioni

Il continuo sviluppo di nuovi farmaci antinfettivi che agiscano direttamente sull’agente eziologico, contribuisce sempre più alla selezione, mutazione e resistenza del patogeno. Questo meccanismo è una continua rincorsa che provoca la comparsa di nuovi ceppi patogeni che non possono essere trattati terapeuticamente. Questa situazione spinge l’industria farmaceutica al continuo sviluppo di nuove molecole che con il passare del tempo diventeranno inutili come antinfettivi, con costi significativi dal punto di vista socio-economico ed anche eticamente insostenibili.
Le nostre molecole brevettate (I) sono capaci di bloccare l’infezione nel paziente senza intervenire sull’agente infettivo (sia esso un batterio, un fungo, un virus o un protozoo). Quindi sono in grado di ridurre i rischi derivanti dall’uso dei comuni farmaci antinfettivi. Questo può avere un effetto economico significativo andando a ridurre il costo previsto per ricerca e sviluppo, produzione e uso terapeutico di agenti antinfettivi, con una forte diminuzione del rischio terapeutico e riducendo lo sviluppo di nuovi agenti patogeni aggressivi dovuto alla selezione, mutazione e resistenza indotta dai farmaci. Questi risultati avranno un effetto potente e positivo su nuove terapie antinfettive con un impatto economico e sociale significativo sul sistema sanitario a livello mondiale.

Killer Application

Queste molecole patentate (I) sono capaci, attraverso un meccanismo comune a diversi tipi di infezione (e.g. batterica, fungina, virale o dovuta a protozoi), di bloccare l’infezione nel paziente. Su queste basi possono ridurre considerevolmente i rischi di selezione, mutazione e resistenza dovuti all’uso dei comuni farmaci antinfettivi. Infine, questi composti potrebbero anche essere usati in combinazione con altre classi di farmaci in infezioni causate da patogeni di vario tipo oltre che per la marcatura di cellule e tessuti infetti a scopo diagnostico.

Tecnologia e nostra soluzione

Le nostre molecole brevettate (I) sono capaci, attraverso un meccanismo comune a diversi tipi di infezione (e.g. batterica, fungina, virale o dovuta a protozoi), di bloccare l’infezione nel paziente non agendo direttamente sull’agente patogeno ma riattivando un meccanismo di protezione nelle cellule dell’ospite basato sull’aumento dei livelli di proteina p53 che ha un ruolo chiave nello sviluppo intracellulare del patogeno.
Qui abbiamo dimostrato la capacità dei nostri composti di tipo (I) di bloccare l’infezione di Chlamydia trachomatis nelle cellule ospite attraverso un meccanismo che non agisce direttamente sul patogeno. Infatti, questi composti non presentano attività antibatterica diretta quando testati sulle colture batteriche (e.g. Staphylococcus aureus).
Questi risultati possono essere traslati su altri patogeni che usano lo stesso meccanismo oncogenico che coinvolge la riduzione dei livelli intracellulari di proteina p53 per proteggere le cellule infettate dall’apoptosi. Quindi questi composti, agendo attraverso questo meccanismo comune, potrebbero targettare simultaneamente diversi agenti patogeni inclusi batteri, funghi, virus e protozoi.

Vantaggi

Su queste basi, questi nuovi composti che non agiscono direttamente sulle funzioni biologiche dell’agente infettivo, riducono considerevolmente il rischio di selezione, mutazione e resistenza dovuti all’uso dei farmaci comuni. La disponibilità di nuovi agenti antinfettivi capaci di ridurre il rischio terapeutico dovuto ai farmaci comunemente usati potrebbe avere un effetto significativo sul trattamento di queste patologie, specialmente a livello ospedaliero, con una riduzione dei costi del trattamento ed un vantaggio di mercato per un’industria che possa sviluppare nuovi farmaci con un meccanismo d’azione di questo tipo.

Roadmap

Considerando il livello di sviluppo raggiunto nell’uso dei composti (I), in cui la validazione di questa nuova classe di agenti antinfettivi è limitata al modello d’infezione rappresentato da un batterio Gram-negativo come la Chlamydia, ulteriori investimenti finanziari sono necessari per allargare lo studio dell’attività ad altri tipi d’infezione. Questi studi possono essere condotti in modelli d’infezione dovuti ad altri batteri, virus, funghi e protozoi. Infine, il processo di validazione dovrebbe anche includere la valutazione degli effetti su mutazione, selezione e resistenza indotta sul ceppo patogeno trattato per confermare la riduzione dei rischi correlati. Questo tipo di sviluppo dovrà anche prevedere la produzione su larga scala delle molecole selezionate per questi nuovi studi.

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