Uno dei problemi ambientali più gravi per le società moderne è la contaminazione dei sistemi acquatici da metalli inquinanti come mercurio e cadmio.
Tra le principali fonti di inquinamento antropico da mercurio si annoverano le attività di combustione del carbon fossile, alcuni processi industriali come la produzione di cemento e la raffinazione del petrolio, l’utilizzo dell’amalgama dentale a base di mercurio in ortodonzia, l’attività estrattiva di mercurio e l’attività estrattiva dell’oro su scala artigianale.
Il cadmio viene rilasciato nell’ambiente con i reflui, può essere legato all’impiego di fertilizzanti e trova anche largo impiego in rivestimenti anti-corrosione e nelle batterie Ni/Cd. La portata del problema è tale che nell’agenda per lo sviluppo sostenibile dell’ONU, l’accesso all’acqua corrente priva di inquinanti è fissato come uno degli obiettivi principali. L’Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti e l’OMS hanno limitato gli standard normativi di mercurio in acqua potabile a valori MCL = 0,002 mg / L (2 ppb) e 0,006 mg / L (6 ppb), rispettivamente.
Il decreto legislativo 152/06 stabilisce un valore limite di 0,02 mg/L per il cadmio, sia per scarico in acque superficiali che per scarico in rete fognaria. E’ dunque auspicabile lo sviluppo di nuovi metodi ecocompatibili, materiali convenienti e selettivi come quello proposto in grado eliminare e recuperare le diverse specie inquinanti dall’acqua. Tale necessità è particolarmente sentita nei paesi in via di sviluppo in cui le acque sotterranee sono comunemente utilizzate per il consumo.