I terremoti rilasciano enormi quantità di energia che investono ponti, edifici e altre strutture, le quali rispondono in modo oscillatorio e complesso. I primi cicli del movimento sono generalmente più elevati e spesso sono amplificati dal fenomeno della risonanza. Nella fase di risposta ciclica, le strutture possono subire ingenti danni o addirittura collassare a causa dell’incapacità di contenere l’energia trasferita che viene trasformata in maniera graduale o repentina in un’eccessiva energia di deformazione. Se, al contrario, tali strutture sono resilienti e capaci di dissipare energia in maniera opportuna, queste possono continuare ad oscillare con ampiezze via via decrescenti fino a raggiungere la quiete o, nel caso in cui l’azione si protragga per molto tempo, approdare alla condizione di stazionarietà in risonanza caratterizzata da un bilancio periodico tra l’energia immessa e l’energia dissipata. Un corretto approccio al problema del controllo della risposta sismica prevede che la struttura sia concepita per essere capace di dissipare l’energia ricevuta. L’approccio classico è quello di dimensionare la struttura in maniera tale che essa possa dissipare internamente l’energia ricevuta trasformandone solo una parte in energia cinetica. Ciò richiede un sovradimensionamento non compatibile con il criterio economico. La tecnologia proposta permette di adeguare alcune tipologie di costruzioni esistenti oppure di costruire nuove strutture snelle ma molto performanti.