Il patogeno fungino Macrophomina phaseolina, diffuso in tutto il mondo, ha come gamma di ospiti oltre 500 specie vegetali. Il fungo attacca colture che sono la fonte di alimenti di base, quali mais, sorgo, girasole e soia. Altre colture interessate includono fagiolo, colza, cotone, tabacco, fragola e diverse piante orticole. La malattia può causare perdite di produzione fino al 90% nel girasole, 30-60% nella fragola, 50% nella soia e 70% nel mais. Quando le condizioni sono favorevoli per lo sviluppo di M. phaseolina, le infezioni possono anche causare il fallimento dell’intera coltura. I sintomi causati dal patogeno spesso sono simili a quelli di altri agenti patogeni e per confermarne la presenza, i campioni devono essere sottoposti a una diagnosi di laboratorio durante la quale l’agente patogeno deve essere isolato dai tessuti malati e identificato.
Uno strumento diagnostico “ideale” dovrebbe garantire elevata specificità, sensibilità, rapidità, riproducibilità, semplicità di esecuzione, economicità, minimo rischio per l’operatore, la possibilità di effettuare diagnosi anche direttamente da matrice infetta (tessuto vegetale e terreno) o addirittura “in situ”. La popolarità e l’ampio utilizzo di uno strumento diagnostico è sicuramente legato alla capacità che tale strumento ha di rispondere a tutti questi requisiti.