Lo studio degli effetti degli antipsicotici nel trattamento dei disturbi neuropsichiatrici primari ha portato al loro uso off-label in corso di demenza, indipendentemente dalle differenze tra disturbi primari e secondari in termini di neuropsicopatologia e, di conseguenza, di efficacia e sicurezza del farmaco. Le categorie di farmaci attualmente utilizzate (anche off-label) e più studiate nei trial clinici per la gestione dell’agitazione in corso di demenza sono le seguenti: farmaci per la terapia del declino cognitivo (inibitori dell’acetilcolinesterasi e memantina), antipsicotici classici ed atipici (ad es. aloperidolo, olanzapina, perfenazina, risperidone); antidepressivi (ad es. antidepressivi triciclici, trazodone e venlafaxina ed inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, come sertralina e, più recentemente, citalopram ed escitalopram); anticonvulsivanti e stabilizzanti del tono dell’umore (ad es. carbamazepina, gabapentin, acido valproico); infine, benzodiazepine come il lorazepam. Inoltre, a causa del coinvolgimento di molteplici sistemi neurotrasmettitoriali nell’agitazione correlata alla demenza, un nuovo farmaco sperimentale, il lumateperone tosilato, è in fase di studio perché possiede diversi meccanismi farmacologici potenzialmente utili. Solo l’antipsicotico risperidone è approvato per il trattamento, ma non oltre le 6 settimane per raddoppiato rischio di morte (Schneider et al., 2005, JAMA: 294(15):1934-43). L’aromaterapia con un olio essenziale dotato di potente attività analgesica è un approccio molto utile per il controllo dell’agitazione (Scuteri et al., 2017, Evid Based Complement. Altern. Med. eCAM, 2017, 9416305). Tuttavia, l’aromaterapia non ha fornito evidenze solide di efficacia a causa di bias metodologici (Ballard et al., 2009, Nat Rev Neurol 5(5):245-55).