L’eliminazione del glutine dalla dieta è ad oggi l’unica terapia efficace per ottenere la remissione dei sintomi e la prevenzione delle complicazioni. La qualità della vita dei pazienti celiaci è inferiore rispetto a quella dei soggetti sani perché è difficile adottare una dieta priva di glutine ben bilanciata e rigorosa. Le proteine del glutine contribuiscono alla viscosità e generano l’elasticità e la tenacità degli impasti. Nella pasta, ad esempio, il reticolo glutinico rallenta l’assorbimento di acqua durante la cottura da parte dell’amido conferendo al prodotto tenacia ed elasticità; nel pane, invece, trattiene le bolle di gas prodotte dal lievito, oltre a conferire coesione, omogeneità, visco-elasticità e tenacia all’imparsto, permette di ottenere un prodotto soffice ed elastico, gradevole al palato. Le proteine del glutine, numerose e molto diversificate, sono tuttavia codificate da più geni in loci complessi e tale complessità genetica rende impossibile generare con le tecniche di genetica classica (quale l’incrocio) grano o altri cereali contenenti glutine che ne siano privi.
Negli alimenti a base di cereali senza glutine la maglia glutinica è quindi sostituita con gomme e/o sostanze addensanti, emulsionanti, e sebbene siano stati fatti notevoli progressi per migliorare l’appetibilità degli alimenti senza glutine, spesso i prodotti industriali disponibili sul mercato sono altamente calorici, hanno un valore nutritivo inferiore e sono particolarmente costosi. Altre soluzioni proposte per gestire la «celiachia» si sono focalizzate sulla messa a punto di trattamenti di tipo chimico-fisico per la degradazione del glutine presente negli alimenti, sviluppo di farmaci e sviluppo di varietà di grano a basso contenuto di glutine, senza tuttavia riuscire ad oggi ad individuare un’alternativa alla dieta.