Il prototipo, attualmente in uso per la validazione clinica sperimentale presso l’Istituto Oncologico Veneto – IRCCS, è in grado di acquisire dati relativi alla cute della schiena del paziente, grazie ai dati forniti da 12 fotocamere sincronizzate (operanti in luce polarizzata) e da una termocamera, posizionate su telaio curvato e mobile.
La restituzione dell’indice di rischio associato a ciascun neo avviene grazie al lavoro delle reti neurali convoluzionali (CNN) che classificano le informazioni acquisite durante lo screening sulla base delle informazioni acquisite durante il training e dal confronto con screening precedenti.
I dati acquisiti includono:
- Dati fotografici;
- Modellazione fotogrammetrica, che restituisce la geometria dei nevi ottenuta da immagini in luce polarizzata con risoluzione 0,2mm;
- Fusione dei dati cromatici e termici;
- Correlazione del dato termografico con il livello di vascolarizzazione;
- Confronto con screening da precedente visita per individuare variazioni.
Il sistema fornisce in uscita in formato DICOM:
- Il modello 2D della cute, con indicazione dell’indice di rischio di melanoma per ciascuna lesione individuata;
- Ll’insieme dei dati caratterizzanti i sospetti melanomi identificati come avente maggiore fattore di rischio.
Il formato DICOM è universalmente utilizzato per la gestione dei dati di diagnostica per immagini e non richiede software proprietari per la consultazione. L’insieme di questi output permette quindi una chiara e oggettiva valutazione dell’evoluzione nel tempo di molti nevi in poco tempo, oltre ad una valutazione del grado di pericolosità.