L’uso massiccio di erbicidi è una pratica comune in agricoltura, spesso imprescindibile, ma ha numerosi risvolti negativi legati alla tossicità ed alla dispersione in ambiente di tali sostanze.
Le problematiche ambientali legate all’uso dei fitofarmaci dipendono dalle caratteristiche specifiche dei singoli composti. In ultima analisi risultano particolarmente critici quei prodotti caratterizzati da grande dispersione in ambiente (sia in fase di applicazione in campo sia successivamente, quando irrigazioni e piogge li disperdono nelle acque superficiali e sotterranee), da elevata tossicità verso l’uomo e altri organismi non target (colture, piante spontanee, insetti, ecc.) e da elevata persistenza (perché scarsamente biodegradabili e/o fotodegradabili). D’altra parte alcuni pesticidi di uso comune, pur essendo estremamente efficaci e in alcuni casi anche meno tossici del competitor commerciale principala, sono oggi poco usati perché molto volatili e/o solubili, e quindi possono richiedere un sovradosaggio significativo durante l’applicazione in campo.
Le problematiche ambientali dei singoli prodotti fitosanitari hanno ovviamente ricadute economiche, dal ritiro della sostanza dal mercato, all’imposizione di limitazioni d’uso, alla necessità di sviluppare formulazioni alternative.